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INVESTOR RELATIONS DI MONCLER

La piuma è una delle materie prime più importanti per Moncler. Per questo motivo, a tutti i fornitori non solo sono richiesti i più alti standard di qualità ma anche di agire in modo responsabile e nel pieno rispetto del benessere animale.

Con l’obiettivo di assicurare l’animal welfare, Moncler richiede e verifica che le sue filiere di approvvigionamento della piuma rispettino stringenti requisiti enunciati nel Protocollo tecnico Moncler chiamato DIST (Down Integrity System & Traceability) consultabile nella pagina dist.moncler.com. Il Protocollo DIST, la cui applicazione è stata avviata nel 2015, norma le modalità di allevamento delle oche bianche, la tracciabilità e la qualità tecnica della piuma. Moncler acquista solo piuma che ha ottenuto la certificazione DIST.

Tra i requisiti base che devono essere rispettati ad ogni livello della filiera, si evidenziano:

•la piuma deve essere ricavata esclusivamente da oche bianche allevate e provenienti dalla filiera alimentare di cui la piuma è un by-product (prodotto secondario);

non è ammessa alcuna forma di spiumaggio degli animali vivi o di alimentazione forzata.

Il Protocollo, definito tenendo in considerazione le peculiarità della struttura della filiera di approvvigionamento di Moncler, è il risultato di un dialogo aperto e costruttivo alimentato da un multi-stakeholder forum, istituito nel 2014, che ha preso in considerazione le aspettative dei vari portatori di interesse adottando un approccio scientifico e olistico al tema del benessere degli animali. Il forum, presieduto da un Professore ordinario presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia con specifica conoscenza e competenza nelle tematiche di sostenibilità, è composto oltre che da personale Moncler, da esperti provenienti dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, dall’Istituto Nazionale Polacco di zootecnia Koluda Wielka, da Compassion in World Farming, organizzazione non governativa che si occupa del benessere degli animali negli allevamenti, da società di certificazione e consulenza (SGS, Control Union, IDFL, KPMG) e, a partire dal 2023, a seguito dell’inclusione nel protocollo DIST anche dei moduli specifici sui diritti umani e sulla compliance ambientale, anche rappresentanti di organizzazioni internazionali come l’International Labour Organization. Con la convinzione che il dialogo sia fonte di miglioramento, a marzo 2024 è stato organizzato il decimo multi-stakeholder forum durante il quale sono stati discussi nuovi aggiornamenti al documento volti ad evolvere ulteriormente il Protocollo.
Nel Protocollo il benessere animale è valutato secondo una prospettiva innovativa.

Accanto all’approccio tradizionale che considera l’ambiente in cui vive l’animale (disponibilità di cibo e di acqua, spazio adeguato per il movimento, ecc.) il DIST, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, valuta il benessere basandosi anche su un’attenta osservazione dell’animale attraverso le cosiddette Animal-Based Measure (ABM)6. Le ABM consentono una valutazione diretta dello stato dell’animale,

ossia di come l’oca risponde ai diversi fattori dell’ambiente in cui vive (outcome approach). Gli indicatori Animal-Based utilizzati nel Protocollo DIST sono nove ed includono, tra gli altri, quelli volti all’identificazione di comportamenti o aspetti anomali come la plumofagia7, la presenza di ali dislocate o rotte, di irregolarità delle piume, di becco con colore irregolare. Queste situazioni sono infatti associabili a contesti in cui il benessere dell’oca è compromesso a causa di diversi fattori, tra cui l’elevata densità di allevamento, una dieta inadeguata, l’assenza di accesso all’esterno oppure inappropriate modalità di gestione degli animali.

Un altro indicatore importante e innovativo introdotto nel Protocollo è la valutazione della relazione uomo-animale attraverso la risposta ad un test specifico (HAR test, Estep and Hetts, 1992).

Tutti i fornitori si devono attenere scrupolosamente ai requisiti previsti dal Protocollo, a garanzia della tracciabilità della materia prima, del rispetto dell’animale e della più alta qualità ad ogni anello della catena di fornitura. Per verificare il rispetto dei princìpi contenuti nel Protocollo, Moncler svolge costantemente delle stringenti attività di audit sul campo lungo tutta la sua filiera della piuma che è particolarmente verticalizzata. La filiera include diverse tipologie di soggetti: gli allevamenti di oche, i macelli dove gli animali vengono esclusivamente abbattuti per la produzione di carne e dove successivamente viene prelevata la piuma, le aziende che effettuano le fasi di lavaggio, pulizia, selezione e lavorazione della materia prima. Inoltre, vanno considerati i façonisti che, a valle del processo di acquisto della piuma, confezionano il prodotto finito.

Al fine di garantire la massima imparzialità delle verifiche:

• gli audit sono commissionati e pagati direttamente da Moncler e non dal fornitore;

•l’attività di certificazione è stata affidata ad un ente terzo qualificato i cui auditor sono stati formati da veterinari e zootecnici del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano;

•l’operato dell’ente certificatore è a sua volta soggetto alla verifica di un altro organismo di certificazione esterno accreditato.

In particolare, nel 2023 sono stati condotti 156 audit on site di terza parte, verificando così tutte le entità della filiera. In tutti i casi in cui sono state riscontrate delle non conformità non gravi durante le attività di verifica, gli allevamenti hanno dovuto mettere in atto tempestive azioni correttive prima di ottenere la certificazione. Durante gli audit svolti in nessuna farm sono stati riscontrati casi di spiumaggio di animali vivi o di alimentazione forzata.

Per comunicare in modo trasparente l’impegno dell’Azienda in tale ambito, all’interno di tutti i capi Moncler è inserita un’etichetta con l’indicazione “Piuma certificata DIST”. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie all’estensione della tracciabilità della piuma, secondo i princìpi definiti nel Protocollo DIST, fino all’ultima parte della catena di fornitura, ossia fino al prodotto finito.

Al fine di favorire un percorso di miglioramento continuo e incidere quindi in modo significativo sul livello di benessere

degli animali, Moncler si impegna a coinvolgere e sensibilizzare la propria filiera anche attraverso attività di formazione. A tal proposito, nel corso del 2023 è proseguita l’attività di training per i façonisti del capospalla e della maglieria sul rispetto della procedura di tracciabilità, erogando otto corsi di formazione per un totale di circa 20 ore. Inoltre, anche nel corso del 2023 sono state svolte diverse sessioni di formazione online con gli auditor della società terza specializzata che conduce sul campo le verifiche sui requisiti presenti nei nuovi moduli relativi ai diritti umani e alla compliance ambientale.

Il Protocollo DIST è un documento stringente e innovativo e vuole continuare ad esserlo. È per questo che è in continua evoluzione ed è soggetto a revisione periodica attraverso il multi-stakeholder forum. Moncler non intende infatti accontentarsi dei risultati ottenuti, ancorché significativi, ma è determinata a continuare ad impegnarsi per promuovere standard sempre più ambiziosi, accogliendo anche gli spunti di riflessione forniti dagli stakeholder.

Anche Stone Island è impegnata a garantire che la piuma utilizzata nei propri prodotti sia ottenuta nel rispetto del benessere animale.  L’Azienda dal 2019 utilizza solo piuma d’anatra certificata secondo il protocollo RDS Lo standard ha come obiettivo quello di garantire che le piume impiegate provengano da allevamenti che tutelano il benessere animale lungo tutta la filiera produttiva, la protezione del suolo, la biodiversità ed una tracciabilità completa dei materiali certificati.  In particolare, dal 2023, su tutti i prodotti del marchio Stone Island contenenti piuma, viene applicata una etichetta che riporta il logo RDS e informazioni relative alla certificazione secondo le linee guida dello standard. Inoltre, a partire dal 2023, tutti i fornitori della filiera piuma certificata RDS sono stati oggetto di audit di terza parte secondo i nuovi moduli del Gruppo relativi diritti umani e ambiente.

Con riferimento ad altri materiali di origine animale, il Gruppo non utilizza coniglio, incluso coniglio d’angora, e nessun materiale di specie a rischio di estinzione appartenenti alle categorie CITES.

Entro il 2025, il Gruppo si impegna ad utilizzare solo lana merino certificata mulesing free e ad arrivare al 70% di lana certificata secondo il Protocollo RWS (Responsible Wool Standard).

Moncler a gennaio 2022 aveva annunciato l’eliminazione della pelliccia da tutte le sue collezioni aderendo alla Policy Fur Free Retailer. Nel corso dello stesso anno, ha interrotto l’acquisto di pelliccia proveniente da animali allevati o catturati in natura esclusivamente o prevalentemente per questo scopo. L’ultima collezione con capi con pelliccia è stata l’Autunno/Inverno 2023. A partire dalla stagione PE2024, le collezioni non includono la pelliccia8 . Questa decisione riflette il continuo impegno di Moncler ad adottare pratiche di business sempre più responsabili ed è coerente con il costruttivo dialogo avviato da tempo con l’associazione animalista italiana LAV come rappresentante della Fur Free Alliance.
Stone Island, a sua volta, che non utilizza pelliccia dal 2018, si impegna a non utilizzarla anche in futuro.

Tracciabilità delle materie prime strategiche

Il Gruppo Moncler è consapevole della crescente rilevanza dei temi legati alla tracciabilità di prodotti e processi produttivi, temi che stanno diventando determinanti nelle strategie di business, in ottica sia di identificazione e valutazione di rischi sia di impatti sociali e ambientali, della catena di fornitura. Al contempo, questi temi stanno acquisendo crescente importanza per i consumatori.

Proprio da tale consapevolezza è nato l’impegno del Gruppo a tracciare le proprie materie prime strategiche, ossia nylon, poliestere, cotone e lana, in aggiunta alla piuma già tracciata dal 2015. Per tale motivo è stato avviato un gruppo di lavoro, che vede la collaborazione principalmente dei team di Operation & Supply Chain, IT e Sostenibilità, con l’obiettivo di ricostruire l’origine delle materie prime strategiche.

Il progetto ha previsto una prima fase di analisi e scelta dei sistemi e tool IT necessari per raccogliere e tracciare i dati e le informazioni delle diverse filiere; successivamente è stata avviata una fase volta a definire le modalità

di processo atte a tracciare le materie prime strategiche e il relativo grado di dettaglio in funzione della loro natura. Il risultato di tale fase ha portato a identificare un approccio diversificato a seconda della tipologia di materia prima, considerando le peculiarità tecniche e produttive e la complessità di ciascuna catena di fornitura.

Nel 2023, il Gruppo ha tracciato a livello di regione oltre l’80% in volume per ciascuno dei tessuti e filati di nylon, poliestere, cotone e lana, in aggiunta al 100% già tracciato per la materia prima piuma. In particolare, le materie prime di origine naturale e animale, ovvero cotone e lana, sono state tracciate a partire dalle fasi di coltivazione o allevamento, includendo, dove applicabile, i processi di filatura o orditura o tessitura, maglieria, tintura e finissaggio; le materie prime origine sintetica, ossia nylon e poliestere, sono state invece tracciate dalle fasi di filatura includendo, dove applicabile, i processi di orditura o tessitura, tintura, stampa e finissaggio.

A seconda delle tipologie di materiali e maturità

delle soluzioni tecniche sul mercato, sono state poi vagliate attività e progetti di verifica delle informazioni che comprendono test di laboratorio e certificati a supporto dell’affidabilità e della solidità delle informazioni raccolte. Ad esempio, per i materiali in cotone sono utilizzati test isotopici a verifica dell’origine geografica dichiarata, mentre per quelli in cotone biologico vengono svolti test del DNA per indagare l’eventuale presenza di organismi geneticamente modificati (OGM). Infine, per i materiali realizzati in poliestere riciclato sono effettuati test per indagare la presenza di specifici indicatori relativi al contenuto di riciclato. Per quanto riguarda i materiali certificati (e.g. GOTS, OCS, GRS, etc.), vengono richiesti ai fornitori certificazioni e/o documenti attestanti che il materiale acquistato sia allineato allo standard richiesto.

Nel 2024 il progetto vedrà una nuova fase volta alla progressiva digitalizzazione e consolidamento dei dati di tracciabilità all’interno di una piattaforma gestita in collaborazione con un partner terzo.

NOTE

Le Animal-Based Measure sono indicatori, rilevabili direttamente sull’animale, che valutano lo stato reale dell’animale stesso in relazione alla sua capacità di adattamento a specifici ambienti di allevamento. Tali misure comprendono indicatori fisiologici, patologici e comportamentali.

La plumofagia è un comportamento anormale nella specie avicola che consiste nel beccare le piume di un altro soggetto o strapparle con il becco.

Con il termine “pelliccia” si identifica qualsiasi pelle con pelo attaccato proveniente da animali allevati o catturati in natura esclusivamente o prevalentemente per la loro pelliccia, ad esempio volpe, visone, coyote, procione finlandese, ermellino, ecc..