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INVESTOR RELATIONS DI MONCLER
Dalla fase di ideazione del capo fino al fine vita, la sfida e l’ambizione sono quelle di sviluppare nuove tecniche e materiali a più basso impatto ambientale rispetto alle soluzioni convenzionali utilizzate dal Gruppo, minimizzare le risorse impiegate per la produzione, estendere la vita del prodotto e promuovere il recupero dei materiali.
PRODOTTO
Per implementare un modello di economia circolare è necessario integrare pienamente considerazioni ambientali nel prodotto e nei processi agendo su diversi aspetti che vanno dalla scelta di materiali, realizzati ad esempio con materie prime riciclate, ad iniziative per estendere l’uso e la vita del prodotto, come servizi di riparazione dedicati, ad una progettazione del capo volta a favorire il recupero e il riciclo, fino ad arrivare a processi produttivi, ad una distribuzione e packaging che prevedano processi o materiali in grado di garantire un sempre minore impatto ambientale. Sono tutti aspetti che richiedono attitudine all’innovazione, a sperimentare nuove soluzioni e a collaborare con tutti gli attori della filiera.
UTILIZZO DI MATERIALI “PREFERRED”
Il Gruppo ha iniziato da alcuni anni ad introdurre nelle proprie collezioni dei prodotti realizzati con materiali “preferred”. Sono considerati materiali “preferred” i materiali che mirano ad avere un minor impatto rispetto alle soluzioni convenzionali utilizzate dal Gruppo Moncler.
Il percorso è iniziato nel 2019 con il piumino bio-based, ideato con materiali di origine vegetale e naturale, le cui emissioni sono state compensate attraverso progetti certificati REDD+, e la gamma di capi creati con tessuti riciclati della collezione Moncler Grenoble, per arrivare a gennaio 2021 con il lancio nelle collezioni Moncler Uomo, Donna ed Enfant di una selezione di giacche “Born To Protect”, realizzate interamente con materiali a più basso impatto rispetto a quelli convenzionali utilizzati dal Marchio. Nel 2022, il progetto Moncler Born To Protect è stato ampliato fino a diventare un total look includendo oltre alle giacche anche diverse tipologie di capi e accessori sempre realizzati con tessuti e componenti a più basso impatto ambientale rispetto alle soluzioni convenzionali utilizzate dal Marchio e certificati secondo specifici standard di sostenibilità. Nel 2023, la collezione Autunno/Inverno (AI) è stata oggetto di un’ulteriore evoluzione: oltre ad utilizzare tali tessuti e componenti, all’interno dei piumini è stata utilizzata la piuma riciclata R•DIST, ovvero la piuma DIST riciclata attraverso un processo meccanico innovativo. Ulteriori informazioni sui materiali della collezione sono disponibili al link: https://www.monclergroup.com/it/sostenibilita/think-circular/collezione-born-to-protect..
Nel 2023, oltre a concentrarsi su progetti specifici, il Gruppo Moncler, in linea con gli impegni del Piano di Sostenibilità 2020-2025, ha inserito progressivamente materie prime a più basso impatto rispetto a quelle convenzionali utilizzate dal Gruppo all’interno delle collezioni Moncler e Stone come indicato attraverso specifici hangtag sui prodotti.
Grazie alla collaborazione dei team di Design, Fabric Research and Development, Operations e Merchandising, nonché al coinvolgimento della filiera, il Gruppo mira a integrare nelle collezioni oltre il 50% di tessuti e filati a più basso impatto rispetto alle soluzioni convenzionali utilizzate dal Gruppo entro il 2025. In linea con tale obiettivo, nel 2023 è stato predisposto il Raw Material Manual, una linea guida che fornisce i criteri per guidare le scelte dei dipartimenti aziendali che ricercano, selezionano e acquistano le materie prime tenendo in considerazione i relativi impatti ambientali, sociali e di benessere animale. Il lavoro e l’impegno dei team coinvolti hanno portato ad un progresso significativo: nel 2023, oltre il 25% di tessuti e filati utilizzati nelle collezioni Autunno/Inverno (AI) e Primavera/Estate (PE) di Moncler e Stone Island era a più basso impatto rispetto alle soluzioni convenzionali utilizzate dal Gruppo. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’adozione del 41% di nylon riciclato, del 42% di poliestere riciclato, del 12% di cotone da pratiche biologiche o riciclato, del 49% di lana certificata (Responsible Wool Standard o Nativa o Sustainawool), del 100% alpaca certificato Responsible Alpaca Standard, e del 100% mohair certificato Responsible Mohair Standard.
Dal 2021, Stone Island, oltre ai materiali, ha integrato all’interno della propria collezione anche nuovi trattamenti, mantenendo l’aspetto tecnico e prestazionale dei propri prodotti ma con minori impatti ambientali, ad esempio i trattamenti a ridotto consumo idrico rispetto a quelli convenzionali nei capispalla in Soft Shell e.dye® waterless color system™.
La valutazione dell’impatto ambientale di materiali e componenti viene supportata da analisi di Life Cycle Assessment (LCA) che quantificano i potenziali impatti ambientali.
Queste analisi, che si basano su una metodologia strutturata e in linea con le ISO 14040, 14044 e
14067 e che sono certificate da un ente terzo esterno indipendente, rappresentano uno strumento utile per le diverse riflessioni sulla sostenibilità dei prodotti, dei processi e dei materiali utilizzati. Ad oggi su circa il 70% dei prodotti del Gruppo è stata svolta una valutazione con metodologia LCA.
Per continuare a diffondere la cultura della sostenibilità e fornire conoscenze tecniche ai Sales Assistant, nel 2023 è stato avviato un programma di formazione dedicato. Il programma ha l’obiettivo di aumentare le conoscenze in termini di buone pratiche ambientali e sociali e delle caratteristiche, certificazioni e obiettivi aziendali di materiali e componenti ”preferred” utilizzati nelle collezioni. Questo programma ha coinvolto l’intera forza vendita.
ADOZIONE DI SOLUZIONI DI RICICLO
Una delle fasi del modello di economia circolare su cui il Gruppo ha posto particolare attenzione negli ultimi anni è il riutilizzo di materiali di scarto attraverso una gestione più efficiente delle risorse.
A questo scopo il Gruppo collabora attivamente presso i propri siti produttivi e con diversi fornitori per ridurre scarti e sprechi, e conseguentemente rifiuti tessili, ottimizzando l’uso e il taglio dei tessuti, e contestualmente per implementare l’infrastruttura necessaria per riciclare e mantenere il valore intrinseco degli scarti inevitabili. Attraverso reti di riciclo, gli scarti di produzione possono essere trasformati in materia prima riciclata alimentando la produzione di nuovi materiali e contribuendo così alla promozione di un’economia circolare. Tali attività hanno portato dal 2022 a far entrare nel processo di riciclo tutti gli scarti produttivi di nylon generati presso le sedi dirette del Gruppo Moncler in Italia e Romania. Tale progetto è poi stato esteso anche ai fornitori di produzione outerwear del marchio Moncler, portando complessivamente nel 2023 a riciclare oltre il 55% degli scarti totali di produzione di nylon.
Tale risultato è stato frutto della collaborazione del dipartimento di Sustainable Innovation di Moncler che ha definito scope, parametri e modalità di riciclo e del dipartimento Operations e Supply Chain che ha implementato la procedura Gestione Processo Scarti Nylon.
Come da procedura, nel corso dell’anno gli scarti di nylon sono stati classificati e raccolti dagli operatori di linea in specifiche categorie di riciclo, pesati, registrati, stoccati e successivamente inviati al riciclatore. Al fine di monitorare la corretta allocazione degli scarti nelle rispettive categorie di riciclo, sono stati effettuati dal Gruppo controlli fisici e di processo presso le sedi, oltre ad analisi di calorimetria differenziale a scansione effettuate a campione presso laboratori di analisi di terze parti.
Presso il sito del riciclatore gli scarti di nylon possono subire processi di sfilacciatura, oppure di triturazione, fusione, raffreddamento, estrusione ed infine taglio del materiale in chip, al fine di tornare disponibili come “materia prima seconda”.
Relativamente alle altre materie prime, gli scarti produttivi di cotone, lana e composizioni miste delle sedi produttive a gestione diretta vengono raccolti in categorie diverse in base alla composizione e seguono anch’essi processi diversi di riciclo.
In Stone Island, è continuato il progetto Closed Loop, volto a recuperare gli scarti di cotone generati dai fornitori nelle fasi di produzione dei capi, sottoponendoli a un processo di riciclo meccanico. Tale processo consente di ottenere un tessuto di cotone riciclato al 50% utilizzato per realizzare circa 20 modelli, tra cui capospalla, pantaloni, felpe e t-shirt, della collezione estiva ed invernale 2024. Inoltre, i capi finiti sono stati trattati con pigmenti di origine naturale, vegetale o minerale. L’intero processo è stato verificato da un ente terzo che ha validato il contenuto di riciclato e la sua origine da sfridi produttivi.
Grazie alla costante collaborazione con i propri fornitori sempre al fine di identificare soluzioni innovative in ottica di economia circolare per il business, dal 2021 Moncler ha unito le sue competenze specifiche nella piuma con quelle di un fornitore specializzato in tecnologie per il riciclo dando vita ad un macchinario che, attraverso un processo meccanico innovativo, consente di riciclare la piuma DIST. Il processo di brevettazione è stato finalizzato nel 2023 in Italia e avviato a livello internazionale. Tale attività nel corso dell’ultimo triennio ha portato a riciclare circa 5 tonnellate della piuma presente nei capi Moncler, certificata secondo il modulo R•DIST del protocollo DIST che definisce i requisiti necessari per ottenere la certificazione della piuma riciclata.
Nel 2023 il Gruppo Moncler ha ulteriormente perfezionato il suo sistema di selezione e riciclo dei capi che non possono essere venduti in collaborazione con diverse aziende internazionali leader nelle pratiche di riuso e riciclo dei tessuti. A seconda delle diverse categorie, i prodotti vengono riciclati e destinati a diversi utilizzi come, ad esempio, la creazione di nuovi filati o componenti per giacche, la produzione di elementi di arredamento e di oggettistica spesso usata come visual merchandising per negozi. In tale direzione, dal 2022, con il coordinamento di
Camera Nazionale della Moda Italiana, il Gruppo Moncler è entrato a far parte, con dieci brand associati, del consorzio Re.Crea.
Il consorzio è stato fondato con l’obiettivo di organizzare la gestione dei prodotti del settore tessile e moda a fine vita e per promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di riciclo innovative.
La strategia commerciale del Gruppo Moncler si basa sul principio della scarcity e, dal punto di vista operativo, su una gestione efficace del magazzino che si traduce in una pianificazione efficiente della produzione, quantità giuste al momento giusto e nel posto giusto, al fine di evitare scorte eccessive. Questo approccio, unito ad un alto livello di sell through permette di avere un numero limitato di invenduti.
I capi “seasonal”, ovvero i capi che vengono riproposti solo per una stagione (questi capi si distinguono dai carry over che invece possono essere riproposti per più stagioni), rimasti invenduti vengono immessi nel canale outlet gestito dall’Azienda o commercializzati tramite iniziative di vendita “Family and Friends”. Parte di essi, in collaborazione con alcune Organizzazioni Non Governative (ONG), sono inoltre donati a popolazioni che vivono in situazioni di disagio attraverso il programma Warmly Moncler ideato per proteggere le persone dal freddo. Infine, il limitato numero di prodotti rimanenti è tutto sottoposto ad attività di riciclo attraverso processi innovativi anche sperimentali.
CAPACITÀ DI DURARE NEL TEMPO
Alcuni dei princìpi cardine dell’economia circolare, come ad esempio la capacità di durare nel tempo dei capi, hanno sempre fatto parte del DNA di Moncler. L’alta qualità dei prodotti e il loro essere oltre le mode e i trend garantiscono una vita media molto lunga. Questa caratteristica ha rappresentato la base su cui costruire il progetto Extra-Life, che è un servizio volto a dare una seconda vita alle giacche Moncler, intervenendo con riparazioni specifiche. Nel 2021, l’iniziativa è stata lanciata all’interno di un gruppo selezionato di store in Italia, Francia e Danimarca coinvolgendo le sartorie delle piattaforme di riparazione locali e condividendo con il cliente le soluzioni disponibili per riparare il capo. Le sartorie, in particolare, grazie ad un efficiente servizio personalizzato, sono in grado di garantire anche le riparazioni di tessuti danneggiati allungando così la vita del prodotto. Dal 2022 il progetto è stato esteso a tutte le Region in cui opera Moncler. Tale iniziativa si inserisce in un percorso volto a creare maggiore consapevolezza da parte del cliente sul contributo che i propri comportamenti possono avere nell’evitare l’impatto ambientale associato alla produzione, acquisto e smaltimento di nuovi capi.
Nel 2023, attraverso questa iniziativa e gli altri servizi del canale post-vendita, il marchio Moncler ha gestito oltre 30.000 richieste di riparazione di capi utilizzati dai propri clienti, pari a circa 27 tonnellate, di cui l’87% è stato soddisfatto. Tutti i capi per i quali non è possibile procedere con una riparazione e che non possono essere restituiti al cliente sono sottoposti a processo di riciclo.
In riferimento alle modalità che il cliente dovrebbe seguire nella fase di utilizzo del prodotto al fine di aumentare la sua capacità di durare nel tempo, sono state inserite anche delle informazioni all’interno delle etichette dei prodotti e nell’apposita sezione “composizione e cura” nel sito, che indicano specifiche linee guida per la cura e lavaggio del capo. In particolare, la fase di lavaggio dovrebbe essere eseguita a basse temperature e con l’esclusione dell’asciugatura, al fine di limitare il deterioramento dei materiali dei capi ed evitare il potenziale rischio di rilascio di microplastiche. La maggior parte dei prodotti Moncler è costituita da capispalla in nylon non solitamente soggetti a lavaggi frequenti (circa una/due volte l’anno), e non composti da tessuti garzati, che rappresentano la tipologia di tessuti più soggetta a rilascio di microplastiche.
RICERCA DI SOLUZIONI INNOVATIVE
Il percorso di innovazione del Gruppo si basa su un modello di open innovation che favorisce l’esplorazione e lo sviluppo di idee, soluzioni, competenze, processi e materiali che arrivano dal mondo esterno, come le università, i centri di innovazione e fornitori di settori diversi così come accelerator hub o enti di ricerca.
In tale direzione si inseriscono da un lato la collaborazione e il supporto di start up nazionali ed internazionali, istituti, acceleratori e università, per i quali vengono allocati investimenti in ricerca e sviluppo, dall’altro la costante collaborazione con i propri fornitori al fine di identificare soluzioni innovative per il business.
Il team di Sustainable Innovation, tra le diverse attività, lavora in stretta collaborazione con i team di Operations e Supply Chain nel processo di identificazione di partner nelle varie Region che possano garantire le tecniche più innovative e all’avanguardia per il riciclo delle principali categorie di prodotto. Inoltre, con l’Unità di Sostenibilità, ha avviato dei tavoli per individuare le soluzioni in ottica di circolarità, atte a ridurre l’impatto dei materiali.