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INVESTOR RELATIONS DI MONCLER
Il Gruppo Moncler, consapevole dell’importanza di gestire in modo responsabile il consumo delle risorse, incluse quelle idriche, è impegnato a preservarle e a ridurne il consumo presso i propri siti e lungo la catena di fornitura.
A tal proposito, nel corso degli ultimi anni il Gruppo ha avviato una serie di attività volte non solo a valutare i propri impatti sui consumi d’acqua ma anche ad analizzare il rischio idrico dei propri siti e lungo la catena di fornitura con l’obiettivo di identificare azioni di miglioramento.
In tale contesto, nel 2023, il Gruppo ha aggiornato il calcolo della water footprint di Gruppo che include sia i consumi idrici dei propri siti sia quelli che avvengono lungo la catena di fornitura.
Questa analisi è stata svolta in collaborazione con un partner esterno e segue i princìpi definiti dallo standard ISO 14046: Water Footprint – Principles, requirements and guidelines. Il metodo di calcolo della water footprint permette di combinare i dati di consumo diretto (presso i siti del Gruppo) e indiretto (lungo la catena di fornitura) con l’indice di rischio idrico (che riflette la scarsità idrica Available Water Remaining – AWARE) associata ad ogni area geografica analizzata.
In linea con quanto emerso dall’analisi della carbon footprint del Gruppo, anche la water footprint ha evidenziato come gli impatti più
rilevanti sulle risorse idriche avvengono nelle attività di estrazione e produzione dei materiali e in alcuni processi di lavorazione.
Per quanto riguarda i consumi diretti (sedi, negozi, siti produttivi e polo logistico), la fonte principale di approvvigionamento idrico per il Gruppo è rappresentata dagli acquedotti. Tutti i consumi idrici diretti afferiscono prevalentemente ai servizi igienico-sanitari e, in quota minima, alla produzione di vapore per i reparti di stireria o per la piccola tintoria del reparto di prototipia di Stone Island. I consumi sono in aumento rispetto all’anno precedente a causa dell’estensione della capacità produttiva di Gruppo. Di conseguenza, le acque di scarico sono assimilabili a quelle delle abitazioni e sono pertanto immesse in fognatura. Infine, si evidenzia che nessuno dei siti del Gruppo è situato in regioni ad alto stress idrico*.
I consumi di acqua più rilevanti sono quelli indiretti che avvengono lungo la filiera nelle fasi di produzione di materie prime naturali e di origine animale del Gruppo, in particolare per la coltivazione di cotone, materiale principale anche in termini di volume di acquistato. Per quanto riguarda le fibre sintetiche, i consumi di acqua maggiori risultano essere nelle fasi di trasformazione e di tintura dei filati e dei tessuti.
I risultati dell’analisi svolta sono utilizzati internamente per identificare e prioritizzare azioni e progetti volti a ridurre l’impatto sui consumi idrici.
Ad esempio, per quanto riguarda le filiere delle fibre naturali e animali come cotone e lana, il Gruppo ha identificato progetti di agricoltura rigenerativa che permettono di aumentare la capacità del suolo di trattenere l’acqua, migliorando la resilienza delle colture e diminuendo la necessità di irrigazione dei campi.
Inoltre, nel 2022, il Gruppo ha lanciato un progetto pluriennale di ricerca in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi concentrato sull’identificazione dei meccanismi messi in atto da specifiche varietà di cotone per sopravvivere o ottimizzare la crescita in situazioni di siccità. Tale studio è volto a capire come migliorare la resilienza di specie selezionate per l’agricoltura in uno scenario ambientale meno favorevole e risorse idriche limitate.
È obiettivo del Gruppo continuare ad affinare le analisi svolte fino ad oggi arricchendole con dati sempre più granulari, coinvolgendo i fornitori che operano a monte della catena di fornitura per raccogliere le informazioni relative ai consumi idrici sui propri processi produttivi al fine di identificare potenziali rischi e mitigare gli impatti.
Inoltre, per quanto riguarda gli impatti idrici indiretti, il Gruppo sta monitorando gli sviluppi delle linee guida di Science Based Target for Nature (SBTN) ai fini di definire target quantitativi sulle aree più rilevanti.
I rifiuti generati dall’attività diretta del Gruppo Moncler si riferiscono principalmente a materiale da imballaggio, a scarti da ufficio e da lavorazione di tessuti.
Il Gruppo si impegna a limitare la generazione di rifiuti e continua a perfezionare i propri processi al fine di raggiungere questo obiettivo. In tutte le sedi aziendali, polo produttivo e polo logistico, dove la quantità di rifiuti generati è notevolmente più elevata rispetto ad altri siti, l’azienda implementa un sistema di gestione ambientale certificato secondo la normativa ISO 14001.
Nel 2023 Moncler e Stone Island hanno inviato a riciclo e/o recupero circa l’89% dei rifiuti generati in Italia e nel polo produttivo di Moncler in Romania. Nessun rifiuto generato nelle proprie sedi aziendali, polo produttivo e polo logistico è stato destinato a discarica. Questo risultato è stato raggiunto grazie a una serie di programmi volti a massimizzare il materiale inviato a reti di riciclo implementati con il supporto di imprese specializzate nel
corretto smaltimento dei rifiuti.
Inoltre, gli uffici e i negozi del Gruppo sono provvisti di appositi contenitori per la raccolta differenziata e i dipendenti sono sensibilizzati sull’importanza dell’applicazione di pratiche corrette, in modo che i rifiuti possano essere avviati al riciclo/recupero o, in modo residuale, a smaltimento. Sono raccolti in modo differenziato: carta, cartone, legno, plastica e apparecchiature informatiche.
La produzione totale di rifiuti nel 2023 è stata di 1.809,6 tonnellate (2022: 1.163,3 tonnellate). L’aumento rispetto all’anno precedente è dovuto principalmente all’estensione dei siti produttivi di Moncler che hanno portato a un incremento delle attività, ad un aumento del numero di dipendenti (+ 19% rispetto al 2022) e all’apertura di nuovi negozi.
Negli ultimi anni, consapevole dei potenziali impatti negativi legati ad una gestione inefficiente e non etica dei rifiuti, il Gruppo ha implementato procedure e processi ad hoc per la gestione dei materiali tessili,
siano essi rimanenze, scarti di tessuto che capi invenduti. A tale proposito, nel 2023, il Gruppo ha inviato a riciclo il 99% di tutto il materiale di scarto tessile. Questo è stato possibile grazie al continuo dialogo con partner e organizzazioni per studiare soluzioni innovative e integrare programmi di riciclo al fine di minimizzare il materiale inviato a termovalorizzazione e/o discarica.
Anche nel 2023, nessun capo invenduto è finito a termovalorizzazione o discarica ma è stato riciclato per ritornare tessuto, filato o altri materiali.
Inoltre, nel 2023 il 100% degli scarti produttivi di nylon delle sedi dirette di Gruppo è stato riciclato.
Infine, il Gruppo nel 2022 ha aderito a Re.Crea, il consorzio fondato da alcuni brand del settore e coordinato da Camera Nazionale della Moda Italiana per gestire i prodotti del settore tessile e moda a fine vita e per promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di riciclo innovative.
NOTE
* Le regioni ad alto stress idrico sono quelle dove la percentuale di prelievo totale di acqua è elevata (40-80%) o estremamente elevata (superiore all’80%), come definito nello strumento Aqueduct Water Risk Atlas del World Resources Institute (WRI).
5 I dati 2021 includono il Gruppo Moncler ipotizzando Stone Island consolidata dal 1 gennaio. I prospetti che includono i dati inerenti Stone Island con riferimento agli ultimi nove mesi del 2021, ovvero dalla data di acquisizione, sono riportati in Appendice.
28 Per i consumi idrici diretti di sedi, polo produttivo e polo logistico, sono stati utilizzati dati primari delle utenze. Per i consumi idrici di negozi e outlet, sono stati utilizzati i dati di consumo d’acqua raccolti da un campione di negozi certificati LEED, sul quale sono stati stabiliti degli indici di consumo di acqua utilizzati per stimare il consumo totale sull’intero network di negozi e outlet a gestione diretta.
29 Dato che i prelievi diretti del Gruppo sono in funzione di consumi assimilabili a servizi di tipo igienico-sanitario, praticamente quasi la totalità dell’acqua prelevata viene a sua volta scaricata nei sistemi idrici urbani. Il consumo idrico rappresenta la porzione di acqua non restituita al sistema a causa delle perdite per evaporazione dovute principalmente all’estrazione e trattamento pre-sanitizzazione e trattamento delle acque reflue.
30 Consumi idrici indiretti associati alla produzione ed estrazione di materie prime, come ad esempio per la coltivazione del cotone, la fase di allevamento per la lana e i processi di trasformazione delle fibre sintetiche.
31 Consumi idrici indiretti associati a processi di lavorazione quali ad esempio la filatura, tessitura, tintura, il confezionamento, la stiratura, tintura in capo ecc..
32 Il dato si riferisce al perimetro uffici, polo logistico in Italia e polo produttivo in Romania. Non include i rifiuti gestiti direttamente dalle aziende municipalizzate locali. Il dato non include i rifiuti generati negli store del network retail di Gruppo. Questo dato è stato stimato dal Gruppo per la prima volta nel 2023. Il calcolo si basa su dati primari di volumi di rifiuti raccolti su un campione di store soggetti a certificazione LEED. I rifiuti si riferiscono principalmente a materiale da imballaggio dei prodotti venduti. Il totale stimato è di circa 442 tonnellate (di cui oltre l’87% inviato a riciclo).
33 Il dato include l’attività di smaltimento di una soluzione chimica utilizzata per il recupero del serbatoio in ferro utilizzato in passato per contenere il gasolio destinato al riscaldamento del polo produttivo in Romania.
34 Include acque di condensa provenienti dai compressori d’aria e una parte materiale misto inviato a smaltimento a causa di uno svuotamento di un magazzino in America.